La grande fortuna by Olivia Manning

La grande fortuna by Olivia Manning

autore:Olivia Manning [Manning, Olivia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2024-02-23T10:19:09+00:00


13

La sera di Natale Yakimov fu il primo ospite ad arrivare. Portò con sé un giovane magrissimo, alto e dalle spalle strette che presentò come Bernard Dugdale. Dugdale era un diplomatico di passaggio a Bucarest e diretto ad Ankara.

Sfiorando appena la mano di Harriet, Dugdale si gettò sul­l’unica poltrona disponibile e lì giacque, inerte tranne per gli occhi che si posavano qua e là per criticare ogni singolo particolare della stanza.

Harriet corse da Despina in cucina. Quando le spiegò che sarebbero stati in sette anziché in sei, Despina affrontò quell’emergenza con buonumore. Posò la mano sul braccio di Harriet e lo strinse con affetto, quindi scese i gradini ghiacciati della scala antincendio per chiedere in prestito dei piatti dalla cuoca di una vicina. Quando Harriet tornò nella stanza, Inchcape e Clarence stavano entrando dal corridoio. Yakimov, che si era posizionato accanto alla stufa elettrica con un bicchiere di ţuică, parve turbato dalla vista di Clarence.

Quando li presentarono, Clarence esclamò: «Noi ci conosciamo».

«Infatti, caro ragazzo. Infatti!».

Inchcape, che divertito guardava l’uno e l’altro, scorse Dugdale e si irrigidì. Quando ebbe appreso che quello sconosciuto era un diplomatico, chiese: «È arrivato in treno?», innervosito dalla possibilità che quel giovane avesse goduto del privilegio di un volo prioritario attraverso l’Europa.

Dugdale, stanco ma a modo suo paziente, ammise di essere arrivato in treno: «Un viaggio piuttosto rocambolesco, dato il momento storico».

«In che senso rocambolesco?», chiese Harriet.

«Oh, per tutta una serie di motivi». Dugdale lasciò intendere di aver affrontato pericoli che gli altri non potevano neppure immaginare.

Quando il giro di presentazioni fu terminato, Inchcape e Clarence sembrarono ritirarsi dal resto degli invitati. Harriet impiegò qualche minuto a capire che erano infastiditi dalla presenza di altri ospiti. L’idea originale era stata una festicciola fra pochi intimi e nessuno li aveva avvertiti del cambiamento. In piedi, tenevano entrambi lo sguardo basso. Quando furono invitati ad accomodarsi, Clarence si posizionò ai margini del gruppo e rimase in silenzio, con la testa appoggiata al muro. Inchcape, a gambe accavallate, sollevò l’elegante punta del piede e prese a fissarla, mascherando il disappunto con una facciata di divertimento.

Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Despina attraversò la stanza di corsa, sbattendo le porte al proprio passaggio, per far entrare doamna Niculescu. Bella fece il suo ingresso con Nikko alle sue spalle.

Il suo Nikko, spiegò, le era stato restituito appena mezz’ora prima. Bella si scusò per averlo portato senza preavviso, ma sprizzava orgoglio da ogni poro per la presenza del marito. Nikko era meno composto della moglie. Si era vestito in modo informale, indubbiamente dietro consiglio di Bella. Tenne la testa bassa mentre adocchiava i completi degli altri uomini, quindi, rinfrancato, si rivolse a Harriet e le offrì un bouquet di garofani rosa.

Quando tutti si furono seduti, Inchcape, le labbra curve verso il basso, lanciò un’occhiata di sottecchi a Clarence. Questi, sgranando gli occhi, gli restituì uno sguardo d’intesa. Erano sorpresi dalla presenza dei Niculescu e, naturalmente, dispiaciuti. Harriet notò con interesse la reazione identica dei due uomini. Critici nei confronti degli altri, erano



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